In questa guida spieghiamo quali sono i documenti necessari per richiedere un prestito.
Quando una banca o una società finanziaria eroga un finanziamento, la prima garanzia che chiede è quella della busta paga. Infatti, solamente un cliente con un reddito da lavoro dipendente, stabile e fisso nel tempo viene considerato generalmente con caratteristiche tali, da rendere il rimborso del prestito relativamente sicuro. Non è un caso, che spesso moltissimi prestiti e mutui siano negati ai lavoratori autonomi, ai liberi professionisti e agli imprenditori, indipendentemente dal reddito esibito nell’esercizio precedente, in quanto considerate categorie soggette a fluttuazioni reddituali anche ampie e senza quelle garanzie minime di stabilità, che si riscontrano, invece, tra i lavoratori dipendenti, meglio se del settore pubblico, dove i casi di licenziamenti sono quasi inesistenti.
Vediamo più nel dettaglio quali sono i documenti necessari per accedere al credito. Essi variano, a seconda del tipo di finanziamento richiesto. I prestiti personali sono quelli erogati senza dovere dare spiegazioni sull’utilizzo che si intende fare della somma erogata. Per questo, la documentazione sollecitata si limita essenzialmente a un documento di identità valido, al codice fiscale o tessera sanitaria e all’ultima busta paga, oltre che all’attestato di servizio o il certificato di stipendio e al CUD relativo all’ultimo anno. Viene inoltre richiesto anche un numero di conto corrente intestato al richiedente il finanziamento, sul quale verrà accreditato il finanziamento, nel caso di accettazione della richiesta, e dal quale saranno prelevate le rate per l’ammortamento. In genere, si consideri che il finanziamento viene erogato solo se il lavoratore dipendente risulti assunto a tempo indeterminato da un congruo numero di mesi. Se il prestito è accessibile ai lavoratori autonomi, questi dovranno esibire rispettivamente l’ultimo Modello Unico presentato al Fisco.
Nell’ambito dei prestiti personali, poi, abbiamo qualche peculiarità con la cessione del quinto dello stipendio. Si tratta di un finanziamento, che coinvolge necessariamente il datore di lavoro o la Pubblica Amministrazione per i lavoratori del settore pubblico, in quanto è questi che deve mensilmente prelevare la rata dalla busta paga del lavoratore e versarla all’istituto di credito. La cessione del quinto è accessibile anche ai cattivi pagatori e ai protestati, grazie alle solide garanzie concesse al creditore, in quanto persino nel caso di cessazione del rapporto di lavoro questo può vantare dalla sua il TFR maturato a beneficio del cliente.
L’importo della rata è pari a un massimo del 20%, un quinto, dello stipendio, al netto delle imposte e dei contributi versati. Dunque, con la cessione del quinto viene richiesta, oltre ai suddetti documenti, anche la quota di cedibilità, ossia il datore di lavoro, deve provvedere a calcolare quale quota dello stipendio potrà essere ceduta per il versamento della rata.
Potrebbe essere richiesta anche l’ultima bolletta di un’utenza domestica, in modo da avere maggiore certezza che il richiedente sia un cliente affidabile. Se si tratta di un cittadino extracomunitario è anche necessario portare un permesso di soggiorno in corso di valido e generalmente con scadenza non inferiore ai 12 mesi, oltre che alla dichiarazione sottoscritta del datore di lavoro.
Abbiamo parlato dei prestiti personali, ma simili sono i documenti richiesti anche per quelli finalizzati, come un prestito auto, vacanze, per l’acquisto di un elettrodomestico. Oltre ai suddetti documenti, tutti fotocopiati fronte retro, bisogna qui motivare il finanziamento con l’acquisto di un determinato bene o servizio. Ma non fatevi alcun problema, perché quasi sempre, per non dire sempre, è il rivenditore o concessionario ad occuparsi in toto del disbrigo delle pratiche burocratiche, avendo cura di trasmettere all’istituto generalmente convenzionato la documentazione relativa al bene o servizio oggetto del finanziamento. Ad esempio, nel caso di un’auto di seconda mano, è essenziale che il creditore disponga di dati precisi sulla sua data di immatricolazione e il prezzo della compravendita, perché il finanziamento non copre mai l’intero costo di acquisto ed è legato in maniera inversamente proporzionale alla vita del veicolo.
Abbiamo esaminato il caso di prestiti personali o finalizzati, ma in cui risulta sufficiente la garanzia basilare del reddito del richiedente. Qualora questi non ne disponga di uno o l’istituto di creditore lo considera insufficiente, potrebbe risultare necessario, ove possibile, ricorrere a una garanzia alternativa, sia essa reale o personale.
Per garanzia personale o fideiussione si intende la firma apposta da un terzo soggetto, che si impegna ad assicurare il pagamento integrale del debito del cliente, oltre che il rispetto di tutte le scadenze. Chiaramente, per fare in nodo che il fideiussore sia considerato realmente in grado di garantire per il contratto di finanziamento, è necessario che disponga degli stessi requisiti economici e patrimoniali richiesti al debitore principale.
I documenti da esibire per i casi di fideiussione sono gli stessi sopra citati, nel caso in cui il garante sia un privato, carta d’identità, codice fiscale, ultime due busta paga, attestato di servizio, CUD, recapiti telefonici, mentre se è una persona giuridica, deve presentare i seguenti documenti, copia fronte e retro di una carta d’identità e del codice fiscale di un legale rappresentante della società, Modello Unico dei soci e dell’amministratore, ultimo bilancio approvato e visura camerale. Deve, in entrambi i casi, essere allegata una copia del contratto di fideiussione. Esistono casi specifici, per i quali è prevista la consegna anche di altri documenti.
La garanzia reale consiste, invece, nel fare iscrivere un’ipoteca su un immobile di proprietà per la parte libera, nel caso siano già state iscritte altre ipoteche. L’ipoteca garantisce alla banca la possibilità di chiedere al giudice la messa in vendita all’asta dell’immobile per il caso di inadempienza del cliente, soddisfacendosi con il relativo ricavato. Di recente, una riforma ha rimosso il divieto di sottoscrizione del cosiddetto patto commissorio, a valere per i mutui di nuova erogazione, consentendo così alle banche di procedere alla vendita diretta dell’immobile all’asta, senza passare per il giudice, successivamente al mancato pagamento di 18 rate da parte del cliente, anche non consecutive.
La garanzia ipotecaria è molto diffusa nei casi di erogazione di mutui immobiliari, dove il finanziamento consente l’acquisto di una casa, che funge da assicurazione per il creditore. In questi casi, il cliente deve esibire, oltre a quelli sopra citati, anche la documentazione attestante il suo diritto di proprietà sull’immobile, ovvero l’atto d’acquisto e la relativa trascrizione nell’apposito registro immobiliare.
Infine, un caso peculiare di finanziamento personale, generalmente accessibile anche ai cattivi pagatori e ai protestati, è il prestito cambializzato. Esso consiste nella sottoscrizione di una o più cambiali da parte del richiedente, che fungono da garanzia per il creditore, al quale vengono consegnate. Oltre alla documentazione solita, sopra elencata, quindi, qui è necessaria anche la consegna fisica di questi titoli esecutivi, che consentono l’escussione dei beni del firmatario per i casi di sua inadempienza.
Un consiglio, se si punta a ottenere il finanziamento nel minore tempo possibile, magari a seguito di un’urgenza imprevista, bisogna portare con sé tutta la documentazione necessaria, come da prospetto informativo, già all’atto della richiesta. Solo così si minimizzeranno i tempi della fase istruttoria e si potrà incassare l’assegno o vedersi accreditata la somma sul conto corrente anche nel giro di pochissimi giorni lavorativi.