In questa guida spieghiamo quali sono le caratteristiche che deve avere il garante di un prestito.
Quando si richiede un prestito a una banca o società finanziaria, la prima cosa che il creditore sollecita è l’esibizione di solide garanzie, con le quali può verosimilmente attendersi il pieno rimborso dell’importo erogato, oltre agli interessi. La prima garanzia richiesta è sempre la busta paga, perché solamente il godimento di un reddito stabile e abbastanza certo nel tempo assicura l’istituto della possibilità di sostenere l’onere dell’ammortamento da parte del debitore.
Tuttavia, non sempre si possiede una busta paga, vuoi perché il richiedente non lavora, studente, casalinga, disoccupato, inoccupato, vuoi perché svolge un lavoro autonomo, imprenditoriale o la libera professione. In questi ultimi casi, si può esibire il modello Unico, ma raramente viene considerato sufficiente per l’erogazione di un finanziamento.
Vediamo come fa una persona, che abbia bisogno di liquidità, a ottenerla senza un minimo di garanzie basilari. La risposta sta nell’esibizione di almeno una garanzia alternativa, sia essa personale o reale. In questo articolo vi spiegheremo bene in cosa consista la prima, mentre con riguardo alla garanzia reale, ci limitiamo a scrivere che essa consiste nel fare iscrivere ipoteca su un immobile di proprietà, il quale, quindi, può essere venduto all’asta su richiesta del creditore al giudice, soddisfacendosi con il ricavato fino al credito vantato.
Il richiedente, però, potrebbe portare in banca o presso la finanziaria la garanzia di una doppia firma, che in gergo prende il nome di fideiussione. Il fideiussore è un garante, che assicura il creditore per il rimborso integrale del finanziamento concesso e riguardo anche al puntuale pagamento delle scadenze.
In genere, il garante è un amico o un parente stretto, ossia una persona di fiducia, perché senza un simile rapporto stretto è abbastanza raro e strano che un soggetto si esponga a questo rischio. Infatti, il fideiussore, firmando la suddetta garanzia, si vincola a a fare in modo che l’intero finanziamento sia rimborsato fino all’ultimo centesimo e puntualmente.
Ciò implica che deve monitorare costantemente il versamento delle rate da parte del debitore principale nel corso del periodo dell’ammortamento. Esempio, ipotizziamo che Tizio abbia garantito per un debito di Caio e che questo non sia in grado di pagare alla banca la decima rata, il cui ammontare è di 150,00 euro. Caio deve accertarsi a ogni scadenza che il pagamento sia avvenuto e, quindi, nel caso specifico, verificando che il debitore non è in grado di sostenere la rata, deve provvedere tempestivamente a farlo per conto suo.
Se non lo facesse, anche Tizio, in qualità di fideiussore, potrebbe essere segnalato dall’istituto alla Centrale Rischi Finanziari come cattivo pagatore o protestato. A nulla varranno le sue obiezioni di non essere stato reso edotto dal debitore dell’inadempienza di una o più rate. Egli si è impegnato, infatti, a garantire che in ogni caso il pagamento avvenisse in regola e relativamente a tutte le scadenze.
Come si può notare, quindi, è essenziale che tra garante e garantito vi sia un rapporto personale di grande fiducia, altrimenti il primo si esporrebbe a suo rischio e pericolo. Chiaramente, nulla impedisce anche a un perfetto sconosciuto di garantire per un debito altrui. Nella vita di tutti i giorni, però, la fideiussione è concessa generalmente da un genitore in favore di un figlio, da un parente stretto o un amico di famiglia.
Vediamo quali caratteristiche deve possedere il fideiussore. Per fare in modo che la sua garanzia possa essere considerata sufficiente, è necessario che esso debba possedere requisiti economici e patrimoniali solidi, gli stessi sollecitati al debitore principale. Quindi, il garante tipo deve essere in possesso di un reddito da lavoro dipendente a tempo indeterminato o di immobili di proprietà. Nel caso abbia una recente storia creditizia negativa, ossia che risulti iscritto al Crif come cattivo pagatore o protestato, la sua garanzia non potrà essere accettata.
Dunque, la fideiussione rende possibile spesso l’erogazione di un prestito, che altrimenti non potrebbe essere concesso. Non è detto che la garanzia personale sia sollecitata solo in assenza delle garanzie basilari da parte del debitore. A volte, infatti, capita che, anche se in possesso di una busta paga, l’entità del prestito risulti elevata in relazione a quella del reddito, per cui il creditore richiede una garanzia supplementare.
Quanto ai versamenti sostenuti dal fideiussore al posto del debitore principale, essi impediscono che scatti un evento creditizio, che comporterebbe la segnalazione al Crif di quest’ultimo, ma non creano alcun presupposto, per cui il primo vanti nei confronti del secondo un credito. In altri termini, la restituzione delle somme pagate in sua vece dal fideiussore spetta alla libera decisione del debitore garantito e attiene ai rapporti personali, non giuridici.
Può accadere anche che colui che intende prestare la sua firma a garanzia di un debito abbia già concesso una fideiussione per un finanziamento in corso in favore di un altro debitore. Ciò potrebbe non impedire alla banca o alla finanziaria di accettare la garanzia, purché le condizioni economiche del garante siano congrue e tali da non destare preoccupazione sulla sua effettiva capacità di onorare eventualmente le scadenze dei suoi garantiti.
Oltre ai requisiti economici, è naturale che il fideiussore debba essere maggiorenne.
Negli ultimi tempi, alla fideiussione si ricorre sempre più da parte dei soggetti protestati, i quali difficilmente avrebbero accesso al credito altrimenti. Un protestato non viene considerato un soggetto affidabile e, pertanto, viene scartato a priori dai creditori nella stragrande maggioranza dei casi.
Ma la fideiussione a garanzia dei protestati e dei cattivi pagatori non è richiesta in alcune situazioni specifiche. La più diffusa è quella della cessione del quinto dello stipendio. In questo caso, anche in presenza di un evento creditizio negativo, il creditore è garantito sia dalla busta paga, dalla quale vengono prelevate obbligatoriamente le rate mensili da parte del datore di lavoro, che le versa all’istituto, sia attraverso il Tfr, dai quali può essere detratto il debito residuo per i casi di cessazione del rapporto di lavoro. In altri termini, grazie alla solidità delle garanzie di base, la fideiussione qui non è generalmente necessaria.
Diverso il caso dei prestiti cambializzati, che accettano di solito anche cattivi pagatori e protestati come richiedenti, ma negli ultimi tempi i creditori hanno posto alcune limitazioni alle erogazioni, non accettando come clienti gli sprovvisti di una busta paga. In questi casi, quindi, l’unico modo per accedere a questi finanziamenti, nel caso di protesto e di assenza di un reddito stabile da lavoro, è proprio il ricorso alla fideiussione e all’iscrizione dell’ipoteca su un immobile di proprietà.