In questa guida spieghiamo in modo dettagliato cosa sono i prestiti per consolidamento debiti.
Il consolidamento debiti è un prodotto finanziario, che consente a un cliente di consolidare i debiti precedentemente contratti con altri istituti, attraverso la stipula di un nuovo contratto di finanziamento, che comporti condizioni più agevoli.
Da un punto di vista giuridico, il nostro ordinamento ammette un prestito per consolidamento debiti fino all’importo massimo di 30000 euro e da rimborsare fino a un numero massimo di 120 rate mensili.
Vediamo in cosa consiste il prestito per il consolidamento dei debiti. Poniamo che un soggetto abbia contratto uno o più finanziamenti con una o più banche o società finanziarie. Può accadere che nel corso del contratto, si verifichino alcuni accadimenti per il debitore, o anche nelle condizioni vigenti sui mercati finanziari, tali da rendere non più agevolmente sostenibili le clausole già stipulate, magari perché l’importo della rata mensile risulti eccessiva, in rapporto al reddito.
Situazioni così negative comportano il rischio di dare origine a un evento creditizio negativo, ossia che si salti una o più rate, finendo per essere segnalati al Crif, Centrale Rischi Finanziari, in qualità di cattivo pagatore o protestato.
Prima di arrivare a una condizione di questo tipo, che pregiudicherebbe la capacità del cliente di ottenere in futuro un nuovo finanziamento, è possibile rivolgersi alla stessa banca con cui si intrattiene già un rapporto creditizio o anche presso altri istituti, al fine di ottenere il consolidamento dei debiti.
Ciò implica per il debitore la possibilità di ottenere un nuovo finanziamento, in grado di estinguere quelli già accesi, unificando le diverse rate mensili in un unico pagamento, vedendosi migliorare le condizioni contrattuali, ovvero diminuire l’importo della rata, vuoi per un abbassamento del tasso d’interesse, vuoi anche per l’allungamento del periodo del rimborso. La banca potrebbe effettuare entrambe le operazioni, ovvero tagliare gli interessi e al contempo allungare la durata del finanziamento. Ne consegue che la rata mensile sarà più bassa della somma di quelle precedentemente pagate, in relazione ai vari finanziamenti accesi, rendendo più agevole il rapporto di credito.
Supponiamo, ad esempio, che Tizio abbia acceso un prestito quinquennale di 10.000 euro al tasso del 10% annuo nei confronti della banca X, che successivamente abbia dovuto fare ricorso a un secondo finanziamento a 7 anni di 15.000 euro verso la banca Y e al tasso dell’8% e che, infine, abbia contratto un terzo prestito da 5.000 euro in 3 anni. Per ipotesi, la somma delle singole rate, le quali hanno tutte scadenze diverse, fa 350 euro al mese.
Ora, se le condizioni sul mercato del credito fossero migliorate, nel senso che gli interessi sui nuovi prestiti risultassero decisamente più bassi di quelli precedenti, Tizio avrebbe convenienza ad estinguere i finanziamenti contratti con tasso fisso, accendendone uno nuovo, che presenti condizioni più favorevoli. Nel caso sopra esposto, immaginando che il debito residuo complessivo e al netto degli interessi sia di 20.000 euro, che il tasso medio sostenuto risulti del 9% e che la scadenza media residua sia di 50 mesi, il debitore potrebbe sperare di ottenere un prestito più agevole. Rivolgendosi a una nuova banca o finanziaria, questa potrebbe concedergli un nuovo prestito di 20.000 euro, ma al tasso fisso del 7% e da rimborsare in un periodo residuo più lungo, come di 8 anni. Ne risulta che la nuova rata unica mensile sarà pari a 273 euro, un importo decisamente inferiore alla somma dei pagamenti sostenuti per i diversi prestiti precedentemente accesi.
Ma i benefici del consolidamento debiti non sono finiti. Esso può prevedere anche l’erogazione di liquidità aggiuntiva, nel caso in cui fosse richiesta dal cliente e questi possedesse quelle garanzie minime, tali da rendere l’operazione fattibile.
La liquidità aggiuntiva, ovvero superiore al capitale da rimborsare per i prestiti da estinguere, potrebbe risultare vitale per le esigenze finanziarie del cliente, magari per fronteggiare spese impreviste o una situazione di difficoltà.
Riassumendo, il prestito per consolidamento debiti può essere chiesto e ottenuto, quando il debitore intravede la convenienza nell’estinguere i prestiti già accesi con un finanziamento unico e nuovo, dalle condizioni contrattuali migliori. Il solo fatto che si abbia un unico pagamento, anziché diverse scadenze, relative a differenti rapporti creditizi, potrebbe in sé risultare una convenienza. Meglio, se ad essa si aggiungono interessi più bassi o una più lunga durata del rimborso.
Esistono, però, alcune condizioni personali e oggettive che il richiedente deve possedere per sperare in una risposta positiva da parte dell’istituto. Deve possedere un contratto di lavoro a tempo indeterminato, in corso da un minimo di mesi, in genere, 12 o 24, a seconda della banca o finanziaria.
Altra condizione richiesta è che il richiedente abbia un reddito sufficiente al rimborso della nuova rata periodica e, di solito, che non sia oggetto di un protesto, né che risulti segnalato al Crif come cattivo pagatore.
Queste condizioni sono richieste, a maggiore ragione, nel caso di erogazione di liquidità aggiuntiva, la quale determina un aumento dell’indebitamento complessivo del cliente, rispetto alla somma dei prestiti già in corso.
Si consideri che coloro che fanno richiesta di un prestito per il consolidamento dei debiti sono generalmente alle prese con difficoltà finanziarie, non avendo spesso la possibilità di sostenere le medesime condizioni contrattuali previste dai finanziamenti in corso, per cui si tratta chiaramente di soggetti potenzialmente a rischio. Ecco, quindi, che sono loro, in molti casi, richieste alcune garanzie supplementari, come la firma di tante cambiali, quante saranno le rate periodiche da rimborsare, oppure di un’unica cambiale, a garanzia di tutte le rate da estinguere.
A volte viene richiesta la garanzia della doppia firma, ovvero di un terzo soggetto, cosiddetto fideiussore, il quale si assume l’impegno di assicurare all’istituto di credito il rimborso integrale di tutte le rate.
Prestito per consolidamento debiti a cattivi pagatori
Per adesso abbiamo visto come il consolidamento debiti viene concesso a coloro, i quali presentino alcune garanzie minime, al pari di ogni altro tipo di finanziamento. Abbiamo anche scritto che protestati e cattivi pagatori tendono ad essere esclusi da tali erogazioni. Ciò è vero, in generale, ma non sempre.
Visto che il consolidamento debiti viene richiesto solitamente proprio dalle persone in difficoltà, se bastasse il salto del pagamento di una o 2 rate mensili, di fatto sarebbero in pochi a giovarsi di questo tipo di prestito, il quale avrebbe scarso senso. Fatto salvo, quindi, che resti necessario l’esibizione di alcune garanzie imprescindibili, è altresì vero che il consolidamento debiti è, in molti casi, accessibile anche ai cattivi pagatori.
Si tratta di debitori, che hanno avuto difficoltà nel pagamento di un paio di rate consecutive. Rispetto al caso dei protestati si tratta di situazioni meno gravi, ma ugualmente pregiudizievoli sul mercato del credito. Tuttavia, esistono alcuni prestiti, che grazie alle solide garanzie previste per la loro erogazione, consentono l’accesso persino a cattivi pagatori e protestati.
Uno di questi è la cessione del quinto, che consiste in un finanziamento della durata massima di 5 o 10 anni, a tasso fisso, erogato solo ai lavoratori dipendenti del settore pubblico e privato. L’importo massimo della rata mensile deve essere pari a un quinto dello stipendio, al netto delle imposte e dei contributi versati. Tale rate viene mensilmente prelevata dal datore di lavoro o dall’ente previdenziale, il quale la versa al creditore.
La busta paga, quindi, fungono da garanzia. Inoltre, il TFR accantonato dal lavoratore rappresenta un’ulteriore forma di tutela del credito, nel caso di cessazione del rapporto di lavoro. Tutte queste precauzioni rendono la cessione del quinto un finanziamento abbastanza sicuro per le banche e le finanziarie, le quali possono permettersi così di erogarla anche a coloro che hanno una qualche macchia nella loro storia creditizia recente.
Nel caso di un consolidamento debiti, l’unico reale limite della cessione del quinto potrebbe consistere nell’importo della rata, che non potendo eccedere la misura del 20% dello stipendio o della pensione, oltre che della durata di 10 anni, potrebbe non rendere possibile l’erogazione. Tuttavia, considerando che il consolidamento debiti non dovrebbe eccedere i 30.000 euro, il rischio di un diniego sarebbe contenuto. Inoltre, alla cessione del quinto potrebbe sempre sommarsi la cosiddetta delegazione di pagamento o prestito delega. Si tratta di un finanziamento dalle caratteristiche del tutto simili a quelle sopra accennate, ma che si differenzia essenzialmente per un aspetto, se con la cessione del quinto, il datore di lavoro è obbligato a prelevare la rata dalla busta paga e a accreditarla al creditore, qui l’obbligo non sussiste. Ecco perché quasi sempre, tale finanziamento viene concesso ai dipendenti statali, in quanto i datori di lavoro si rifiutano, in genere, di provvedere all’incombenza.
Il prestito delega prevede che la rata mensile possa essere a sua volta di importo massimo del 20% dello stipendio o della pensione, che sommato al 20% della cessione del quinto, porta la rata massima fino al 40%, consentendo al debitore di rimborsare più velocemente il finanziamento.
Tuttavia, resta la preclusione ai lavoratori diversi da quelli assunti con contratto subordinato e a tempo determinato. Gli autonomi, quindi, potranno fare riferimento ai prestiti cambializzati per consolidare i loro debiti. Anche in questi casi, però, in assenza della busta paga come garanzia basilare, il cliente potrà supplire ricorrendo o alla fideiussione o all’ipoteca immobiliare, ovvero facendo iscrivere un’ipoteca su un immobile di proprietà. Il fideiussore dovrà a sua volta esibire le garanzie reddituali e patrimoniali minime richieste, mentre il valore commerciale dell’immobile, al netto delle eventuali altre ipoteche già iscritte, dovrà risultare superiore a quello del prestito da garantire, al fine di concedere al creditore un margine a sua tutela.